Vendita biglietti singoli presso il botteghino:
Giovedì 14 Marzo 16.30 – 19.30
Venerdì 15 Marzo 18 – 20
AVL
Regia di Michele De Virgilio, Testo di Michele De Virgilio e Mario De Vivo
con Michele De Virgilio, Stefano Corsi, Simona Ianigro
musiche originali Antonio Cicoria – contrabbasso, Giovanni Mastrangelo – suono percussione e tastiera, Antonio Cicoria – Video e cura del suono, Andrea Pontone –
Cura della produzione, Marianna Bonghi
Grazie alla Fondazione Monti Uniti di Foggia
In un piccolo paese del Tavoliere della Puglia, come ogni mattina, un’anziana bracciante si
cinge il capo con un fazzoletto nero, si chiude la porta di casa alle spalle salutando una foto di
Giuseppe Di Vittorio e s’incammina lungo viale del paese, stringendo un mazzo fiori freschi tra
le mani: va verso il cimitero. Ci va ogni giorno sulla tomba del marito, perché, come dice la
donna, da quando lui è morto, lei si sente come una sedia senza una gamba.
Ma una mattina, deviando dal solito percorso tra i viali del campo santo, la donna si accorge
che in un angolo di terra sconquassato era sta piantata una croce che non aveva mai visto
prima, su cui qualcuno con un pennarello nero aveva scritto: sconosciuto. E nient’altro.
Incuriosita, l’anziana bracciante si reca dal custode che le dice che sotto quella croce era
stato seppellito un ragazzo straniero, probabilmente un bracciante stagionale, che era stato
trovato vicino ad un campo, con la testa schiacciata dalla ruota di un camion. Il corpo
martoriato di quel ragazzo era stato tenuto per tre mesi in una cella frigorifera dell’ospedale
e, mentre le indagini dei carabinieri non arrivavano a nessuna soluzione, era stato disposto
che fosse seppellito, così: “come un cane”.
Al racconto del custode, nell’anziana bracciante riaffiorano i ricordi delle umiliazioni subite
nei campi e in un gesto di pietà, tra l’incredulità dei compaesani, decide di dare una
sepoltura da “cristiano” al quel ragazzo, vittima del nuovo caporalato, trasformando la
tomba di uno sconosciuto in un sacrario dedicato ai caduti nella guerra nei campi.
Cafoni trova ispirazione in un fatto di cronaca realmente accaduto in Capitanata.
Il testo, ironico e graffiante – sostenuto da musiche popolari originali suonate dal vivo da 3
musicisti che accompagnano, facendo da metronomo, le parole dell’attore – è un omaggio ai
cafoni di ieri e di oggi uniti da un triste destino di povertà e miseria.
Con il suo particolare stile sospeso tra verità, lirismo e raffinata drammaturgia, De Virgilio ci
racconta una storia drammatica senza cadere nella drammaticità.
Età indicata: dai 16 ai 99 anni
via Roma, 49 – Cerignola
INFORMAZIONI E CONTATTI ALL’INTERNO DI QUESTO SITO